La Lucania

Raccolta di 26 Poesie di Rocco Scotellaro

Rocco Scotellaro e' nato a Tricarico, in Basilicata, nel 1923, e li' e' morto a soli trent'anni. Tutte le sue poesie sono state pubblicate postume grazie all'interessamento di amici, in particolare Carlo Levi a cui si deve in buona parte la "scoperta" del giovane poeta. Proprio Carlo Levi firma la prefazione di E' fatto giorno, raccolta pubblicata nel 1954 e vincitrice, in quello stesso anno, del Premio Viareggio. Di modesta famiglia artigiana, Scotellaro prende parte, sin da giovanissimo, alle lotte contadine del suo paese; a ventitre anni diventa sindaco (socialista) di Tricarico (in Lucania), ma viene ingiustamente accusato di peculato ed e' incarcerato nel 1950. Nel Carcere di Matera trascorre 45 giorni, verra' poi processato a Potenza e assolto per non aver commesso alcun illecito. Fu solo una congiura dei suoi avversari politici per eliminarlo, in quanto Rocco era uno di sinistra. Dopo la liberazione non riprende piu' l'attivita' politica, in cui pure aveva speso tante energie. La sua terra, cosi' poco generosa con gli uomini, e le difficile condizioni di vita dei contadini meridionali sono al centro delle poesie che scrive a partire dai primi anni Quaranta: "tema principe di Scotellaro - ha scritto il critico Gilberto Finzi - e' infatti il dramma concreto e attuale dell'esistenza dei contadini e dei braccianti, della miseria del Sud; e sullo sfondo di una vita quotidiana di cui vediamo tuttora le conseguenze stanno i briganti dell'800, i ladri di bestiame, i rivoltosi". Il tentativo di trasporre questa materia drammatica in una nuova epica del lavoro e delle tribolazioni dei poveri rende la poesia di Scotellaro, oggi piu' che mai, estremamente attuale. Basti pensare alle poesie di protesta dedicate ai giovani disoccupati, di cui vengono rievocate le vuote giornate fatte di bar e sigarette, del sogno vano di una "strada sicura". La via indicata ai giovani per uscire da questo "niente", quella da lui stesso percorsa, e' quella di darsi all'azione politica, in particolare al socialismo, e attraverso essa lottare per rivendicare una nuova qualita' di vita. Ma le poesie di Scotellaro non potrebbero dirsi tali se all'impegno politico e sociale non si mescolasse il vissuto individuale: le speranze, gli amori, anche i ricordi del carcere; e insieme un amore profondo per la natura. Prendono cosi' vite liriche che vanno oltre il semplice canto di protesta, pur cosi' necessario, e legano la vicenda privata del poeta al ceppo della sua gente, alla natura aspra e forte del suo paese. Lo stile della poesia si imbeve di questi contenuti e appare con essi del tutto in sintonia; il poeta predilige "strumenti essenzialmente poveri, immagini naturalistiche efficaci e dirette, rime facili e lessico contadino". Non e' dunque difficile comprendere come Rocco Scotellaro, per la sua posizione di poeta "emarginato" dai circoli culturali ufficiali e per la sua lotta politica, sia diventanto, soprattutto al Sud, una specie di mito; cui non sono mancati tuttavia parziali - e tardivi - riconoscimenti da parte di critici di fama.

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