Esistono varie ipotesi sull'origine del toponimo Lucania. Prima
ipotesi: Consistenti immigrazioni di popolazioni provenienti
dall'Anatolia, i cosiddetti lyki, stabilitisi nella valle del
fiume Basento. Seconda ipotesi: Popolazione osco-sabellica dei
Lucani, guidata da Lucus, barbari provenienti dall'Italia centrale. Terza
ipotesi: Il nome deriva da lucus che significa bosco. Quarta
ipotesi: Secondo molti storici il nome Lucania deriva dal greco
Lykos, cioè lupo, dalla vasta presenza di questi animali
negli immensi boschi della regione. Quinta ipotesi: Un'ultima
suggestiva ipotesi riprende la leggenda che vuole che un popolo
di Sanniti diretti verso sud, arrivò in una terra dalla
quale si vedeva sorgere il sole, quindi terra della luce cioè
Lucania. Nel 1200 d.C. fece per la prima volta l'apparizione
il nome Basilicata, dal greco Basilikos, termine con cui venivano
chiamati i governanti bizantini della regione. Tra i secoli
VIII e VII a.C. la regione entrò a far parte della Magna
Grecia. Conquistata dai Romani subì numerose invasioni
barbariche. Ebbe poi la dominazione dei Longobardi, i Bizantini
e i Saraceni.
Secondo Magini:
"Fu detta Lucania per esser posseduta
dai Lucani et altri portarono altre
etimologie, ch'io tralascio".
Di una
regione montuosa, boscosa, scarsamente
popolata, retta a confederazione di vari
popoli, che soltanto in guerra talvolta
eleggevano un duce, o re, e che avevano, come
centri politici, le loro piccole capitali, da
cui in massima parte prendevano il nome, non
e' a parlare di una capitale comune.
Strabone
nomina Petelia come loro metropoli. Ma i
Lucani non avrebbero potuto tenere un centro
politico in regione fuori dei loro confini,
allora ormai fissati. Ne' si puo' intendere
che il geografo alluda a tempi in cui i Lucani
avevano invaso il territorio dei Bruzii,
perche' questi avevano e conservavano come
capitale la loro Cosentia. Piuttosto, Petelia,
metropoli dei Lucani, va intesa come sede loro
primitiva, come primo nucleo formatosi dalle
immigrazioni sannitiche.
Gli storici
han cercato questa capitale qua e la', nella
valle del fiume Alento, o a Polla nel Vallo di
Diano, o sul monte Stella, vicino al capo e
all'isola di Licosa. Ma ne' l'archeologia, ne'
la toponomastica son venute a suffragare le
varie ipotesi.
Le terre
lucane offrono altri elementi toponomastici
per far supporre che vi esistano contrade, in
cui petra indichi roccia, monte.
Petrella e' contrada sulla destra del Calore.
Petra della Sirena era la punta di Licosa.
Nella
divisione dell'Italia in undici regioni,
Augusto uni' alcune in una sola, come Venetia
ed Histria, Latium et Campania, Sabinia
Samnium, Apulia Calabria; questa fusione
tocco' alla Lucania e all'ager Brutiorum.
Questo fu accodato a quella, per la sua minore
importanza, e perche' vi durava ancora la
condizione miserevole in cui Roma l'aveva
ridotto, per aver preso le parti di Annibale.
Nelle successive divisioni amministrative di
Adriano, di Diocleziano, di Costantino queste
due regioni furono sempre unite.
Talvolta la
Lucania fu allargata nei suoi confini storici:
nei tempi di Costantino, comprese anche
Salerno e formo' coi Bruzii la nona regione.
Solo in Paolo Diacono la Lucania e' distinta
dal Bruzio.
La divisione
della Lucania in castaldati longobardi spezzo'
l'unita' storica della regione. Il documento
che l'attesta e' della meta' del secolo IX.
Radelchisio, principe di Benevento, e
Siconolfo, principe di Salerno, si dividono il
territorio del ducato beneventano.
L'atto di
divisione, stabilisce che restino al
principato di Salerno: Taranto, Latiniano,
Cassano, Cosenza, Laino, Lucania, Conza,
Montella, Rota, Salerno, Sarno, Cimitile,
Furculo, Capua, Teano, Sora e mezzo il
castaldato di Acerenza da quella parte che e'
congiunto con Latiniano e con Conza.
Cosicche'
l'estrema Calabria, l'Apulia e il Salento
restavano di dominio bizantino: e restavano
nel principato di Benevento le terre lucane
Melfi, Venosa, Forenza, Genzano, ma non
Matera.
Ancora sul nome
Su come si
debba intendere il nome Lucania fra Laino e
Conza si e' discusso a lungo. Dapprima si
segui' il Pellegrini, che credette il
castaldato di Pesto essere detto di Lucania,
altri credettero che una citta' Lucania fosse
posta sul Monte Stella. Questa supposizione
secondo il Racioppi, proviene dalla Cronaca
Cavese, in cui Lucania appare piuttosto una
citta' che una regione. L'opinione piu'
probabile e' quella del Racioppi, che
interpreta Lucania per Cilento, cioe' il nome
si sarebbe nuovamente ristretto alle primitive
sedi dei lucani, anche se i paesi citati sono
tutti centri urbani di confine. Lucania
sarebbe quindi un'eccezione ?
Mandelli,
viceversa, vedeva in questo toponimo di
Lucania lo scambio di Leucasia (la punta di
Licosa) e che potrebbe formare appunto
un'altro limite estremo del principato di
salerno.
Di
quell'epoca una cosa e' certa: l'unita'
storico-amministrativa della Lucania era
spezzattata. Poi compari Basilicata, e Lucania
resto' un toponimo dotto, rievocato sempre,
usato spesso dagli scrittori e dai poeti,
tenacemente mantenuto e desiderato nel
linguaggio ufficiale.
La Basilicata
Dallo
spezzetamento della Lucania in castaldati
longobardi sorse il ducato normanno di Melfi,
di 12 citta', estendentesi da Melfi al
Gargano, dal Bradano al Fortore, e che
comprendeva nella nostra regione Lavello,
Venosa, Acerenza, Montepeloso. Sorsero poi il
ducato di Puglia e il comitato di Calabria.
Nel 1130, la monarchia normanna riuni' le
sparse membra dell'Italia meridionale. Nel
secolo XII, la monarchia fu' divisa in 10
giustizierati, tra cui quello di Basilicata e
di Salerno, che risultarono all'ingrosso della
Lucania. Ma il nome Basilicata, di origine
bizantina, doveva gia' esistere. Nei cataloghi
dei baroni normanni appare che raggiungesse il
fiume Sinni.
Cosicche' la
Basilicata si andava estendendo nel melfese e
la Calabria quadagnava terreno nella Lucania.
Basilio imperatore
Il nome
Basilicata compare nei documenti ufficiali
molto tempo dopo della sua introduzione
bizantina, e si argomenta dell'analogia con
altri nomi di provincie o giustizierati.
La Cava mise
in campo varie ipotesi sull'origine del nome
Basilicata: regio o regno, o da una badia
dell'ordine di S. Basilio, sulla Salandrella,
presso il mare Jonio, o dal catapano Basilio
Bugiano o dall'imperatore Basilio II.
Quest'ultima, la piu' probabile per lo storico
lucano, e' confortata da molte sue citazioni.
Ai tempi di Basilio II, nel secolo X, si
sarebbe introdotto il nome Basilicata, quando
appunto i bizantini, dopo la rotta inflitta ad
Ottone II, accrebbero i loro possessi a danno
dei principati di Salerno e di Benevento.
Racioppi crede invece che Basilicata derivi da
Basilico: "quale che sia il
significato di questa parola, quale che siasi
la flessione terminativa sua, o per genere o
per numero", cioe' il governatore della
contrada.
Documenti del
1134, 1162 e 1230 portano il nome di
Basilicata, ma sono creduti apocrifi.
Attendibile invece e' soltanto uno del 1175.
Il documento pero' col quale possiamo
integrare i confini della Basilicata e' quello
angioino del 1267-1277, che e' un elenco dei
148 paesi del giustizierato di Salerno, al
quale apparteneva una zona, comprendente i
paesi di Brienza, Vietri, S.Angelo, Salvia
(oggi Savoia).
I confini
dell'epoca angioina dimostrano che il
territorio guadagnava in estensione a sud, in
confronto di precedenti divisioni e
definitivamente vi era compresa nell'antica
Lucania, oramai spezzata in due province:
Salerno e Basilicata.
Lucania o Basilicata ?
Nei paesi meridionali della nostra penisola, bagnati dallo Jonio e dal
basso Tirreno, vissero popoli ignoti alla storia degli antichissimi tempi.
Verso il mille A.C. , comparivano gli Enotri sulle coste tirreniche, gli
Joni sulle opposte spiagge. Gli Enotri erano detti anche Itali. I coloni
greci venivano lentamente a popolare i bassipiani costieri dell'estrema
penisola italica, dove fondarono quelle citta' opulente, che nel loro insieme
furono dette Magna Graecia.
I Lucani
Una delle famiglie sannitiche, i Lucani, tra il 600 e il 500 a.C.. si
spinsero la' dove stanziavano Enotri e Joni e li sottomisero: dall'oriente
del corso medio del fiume Silaro (Sele), ove posero le prime sedi, arrivarono,
dopo un secolo, fino al sud del gruppo del monte Pollino, scesero nel piano
dei Crati e sottomisero i Bruzii. Nel tempo stesso, si avanzavano dal basso
Silaro fin nell'interno di quella regione, che poi fu detta Cilento, e
raggiungevano le terre degli Irpini e le terre dei Dauni, dei Peuceti e
dei Calabri.
Al sud si sarebbero spinti fino allo stretto di Sicilia. Verso il 300
a.C., i Bruzii si staccarono dai Lucani, i quali, per rifarsi della perdita,
si volsero contro Taranto, Metaponto, Eraclea. Durante queste lotte, essi
furono combattuti dai Romani, che li assoggettarono nel 298 a.C. .
Il loro territorio era compreso tra il Lao e il Sele sul Tirreno e il
Crati e il Bradano sul Jonio e fin sotto il monte Vulture; raggiungeva
il promontorio di Minerva (punta della Campanella), cioe' comprendeva anche
il territorio dei Picentini, corrispondente all'attuale provincia di Salerno.
I confini augustei
I confini della Lucania nella divisione augustea probabilmente sono
quelli che si recavano da Strabone e da Plinio, i quali assegnano alla
regione, a nord, il fiume Silaro e il Bradano, a sud il Lao e il Crati-Sibari
(Coscile).
Dalla circostanza che Turio era in Lucania e posta tra il Sibari ed
il Crati, si puo', con una certa fondatezza, argomentare che il confine
meridionale della Lucania si delineava dapprima nella regione tra i due
corsi d'acqua, che allora scorrevano. Risaliva l'Esaro, affluente del Sibari,
e raggiungeva Cerilla, cioe' la vecchia Cirella, dirimpetto all'isola omonima
nel mar Tirreno.
Poiche' Vibio Sequestre assegna il fiume Sele alla Lucania e Plinio
include in questa regione gli Eburini, si deve credere che il confine settentrionale
incominciava dal basso corso del fiume, oltrepassava sull'altra riva, comprendeva
Eburum e continuava in una linea imprecisa fino a Contia,
anche essa dubbia se lucana o sannitica. Orazio chiama monte di Puglia
il Vulture, onde questo restava fuori di Lucania, ed egli stesso non seppe
dire se la sua Venosa fosse lucana o apula.
Da questa citta' il confine che raggiungeva il Basentello, affluente
del Bradano, che poi si identificava con questo , dalla confluenza fino
al Jonio, presso Metaponto.
La Regio III di Augusto, cosi' definita, era bagnata dal Mar
Jonio e dal Tirreno, il quale nel lungo tratto che la rispecchiava fu detto
appunto lucano. Formava un esagono irregolare, con una citta' e paesi interni
sui monti e nelle alti valli dei fiumi.
I quali dapprima furono le uniche vie di comunicazione tra l'uno e l'altro
mare: poi furono tracciate delle strade, lungo lo Jonio, e lungo l'Agri,
fino all'attuale Vallo di Diano.
L'interno
Attraversava poi longitudinalmente la Lucania una strada interna, che,
innestandosi a Venosa sulla Appia, toccava Potentia, Grumentum, e a Nerulum
si univa alla Popilia. Questa regione storica non ha una individualita'
propria: si accorda al Sannio, etnicamente e fisicamente. Le sue vaste
zone plioceniche, all'est e al sud est, l'avvicinavano a quelle pugliesi.
Il massiccio del Pollino la separa dal Bruzio e ne forma come una barriera
alle vie di comunicazione. Soltanto l'affacciarsi ai due mari le dette
una particolare fisionomia paleografica nelle citta' colonie greche.
Poi, per secoli, fino ai nostri giorni, la malaria ha dominato tristemente
sui ruderi, abbandonati al dilagare dei fiumi.
La capitale
La Basilicata, cosi' ristretta e ricavata nella Lucania e' sostanzialmente
la regione di oggi. In questo territorio non si e' andato formando un centro
ne' amministrativo ne' economico, ne' intellettuale.
La caitale della Basilicata vaga di terra in terra "perche' i baroni
la respingevano, non trovando gradita la presenza nei loro feudi di un
altro personaggio che ne avrebbe frenato abusi e valenza". Nel 1643
la prima Udienza fu' stabilita a Montepeloso (oggi Irsina). Nel 1645 a
Lagonegro. Il Preside e i Giudici non si recarono a Lagonegro, tuttavia,
e si arrestarono a Potenza, per i rigori dell'inverno, e tornarono poi
a Montepeloso, per rimanervi fino al 1650. L'anno dopo le Autorita' tornarono
a Potenza. Nel 1659-60 la capitale fu a Tolve, nel 1661 a Vignola. Nel
'63 si cerco' la capitale in Terra di Otranto dalla quale fu staccata Matera
per innalzarla a capoluogo di provincia. Rimase tale fino al 1806. Poi fu scelta Potenza, dove gli Uffici furono trasferiti completamente nel
1811, quandi si ricavo' il distretto di Melfi da quelli di Potenza e Matera.
Matera reclama il capoluogo
Ma neppure la cittadina di Matera voleva far parte della Basilicata,
anche come capoluogo. Si tento', nel 1673, di riattaccarla alla Terra di
Otranto, mentre, quando fu spodestata, si turbo' non poco e si disse punita
per aver preso le parti del Cardinale Ruffo, nel 1799, mentre Potenza veniva
premiata per i suoi spiriti liberali.
Varie furono le insistenze di Matera, nel 1815, per riavere la capitale
e varie quelle di Lagonegro, nel 1799, di essere aggregato al Principato
Citra (Salerno), ma fu accontentata col farla assurgere a capoluogo di
circondario.
Cosi' nel 1643, si creava una capitale vagante nella Basilicata, che
nel 1806 si fermava a Potenza.
La mutabilita' del capoluogo della provincia, l'eccentricita' dei capoluoghi
di circondari non potevano creare un centro di qualsiasi specie, ne' far progredire
un paese a preferenza di altri. Ne' l'attuale capoluogo e' il
centro naturale della provincia, come piacque al Fischer di chiamarlo:
e' capitale per regio decreto del 1806, quando si senti' finalmente la vergogna
di capitali mutabili, e la necessita' di dare finalmente alla provincia
circoscrizioni piu' consentanee ai nuovi bisogni amministrativi.
Potenza dista appena pochi chilometri dalla provincia di Salerno, mentre
e' lontana dal mare piu' di cento chilometri.
LUCANIA E NON BASILICATA !
Anche per le regioni i nomi, come avviene per le singole persone, hanno la
loro storia e il loro significato.
Per la regione che la Costituzione della Repubblica denomina Basilicata la
disputa e' sempre viva ed ha radici profonde perche' gli abitanti di tale
regione non rinunciano all' antico e glorioso nome di Lucania, il quale ha
la sua giustificazione nella tradizione e nei costumi.
Le tesi degli studiosi della materia sono ricche di argomenti di varia
natura, ma una delle piu' accreditate - almeno secondo una prospettiva
storica e geografica - pone in evidenza che per Basilicata si intendeva
originariamente una vasta zona che coincideva con l'intero territorio
della Basilicata di oggi.
Sembra che il nome derivasse dalla dominazione dell'imperatore d'oriente
Basilio, e che il territorio corrispondente a tale denominazione fosse una
sottoprefettura dell'impero greco, governata da un Basilico che
amministrava giustizia come l'antico "Basileus".