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La Lucania

  Guardia Perticara: Archeologia di un centro Enotrio

"Prima dell'arrivo dei greci la regione non era abitata dai Lucani, ma da Enotri e Choni". Strabone (I sec. a.C.), Geografia dell'Italia.

 


Gli straordinari risultati dello scavo della necropoli enotria di Guardia Perticara hanno rilvelato l'avanzata civiltà di questo comparto dell'Enotria antica tra VIII e V sec.a.C.,inserita in una vasta rete di circuiti culturali estesi dall' Europa continentale al mondo egeo-balcanico. Proprio per promuovere e far conoscere l'importante patrimonio di civiltà riscoperto questa esposizione è dedicata agli abitanti di Guardia Perticara e ai cittadini della Basilicata, eredi dell'Enotria di un tempo. La mostra è stata organizzata dal Comune di Guardia e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata in collaborazione con la Regione Basilicata e l’Apt Basilicata.


Tra le tante proposte culturali in Lucania, la Valle del Sauro propone la mostra archeologica “Guardia Perticara, archeologia di un centro Enotrio”, inaugurata di recente e aperta fino al prossimo 2 giugno 2013. In vetrina, 500 pezzi di grandissimo valore di uno dei più importanti popoli italici dell’Italia meridionale in età pre-ellenica (dall’8° al 6° secolo avanti Cristo), tra cui un copricapo femminile in bronzo dalla modernità impressionante, preziosissime collane di ambra, i classici tempietti votivi in terracotta assolutamente straordinari, i gioielli in pasta di vetro e perfino lo scheletro di un bimbo Enotrio, nell’elegante allestimento di Palazzo Montano. Si tratta di una piccola parte dell’enorme patrimonio di corredi funerari rinvenuto nella necropoli, ai piedi del paese; una testimonianza unica e allo stesso tempo preziosissima per ricostruire usi, costumi e caratteristiche di questo popolo formatosi tra l’età del bronzo e quella del ferro. I ritrovamenti, raccolti ed esposti in questa mostra, hanno un importante valore archeologico soprattutto in considerazione dell’esigua quantità d’informazioni riguardanti la popolazione degli Enotri. Guardia Perticara, e' la sede di una importante necropoli Enotria (oltre 600 tombe). L’evento si propone di mostrare, attraverso una preziosissima collezione di reperti in ceramica, bronzo e ambra, le tracce di uno dei più importanti (e probabilmente tra i meno conosciuti) popoli italici dell'Italia meridionale, gli Enotri, risultato di un lungo processo di movimenti di popoli, in particolare dall'area balcanica, e di apporti ed influenze dall'area egea e tirrenica. Una presenza, quella Enotria, che si estese su un territorio molto vasto, dalla Calabria fino alla linea Metaponto-Posidonia, ossia dalla foce del Bradano alla foce del Sele, sia sulle zone costiere che nelle aree interne.


"Dopo il grande successo registrato nel 2010 – anticipa il sindaco Caporeale – la mostra sarà ancora più ricca ed interessante, a testimonianza dell’enorme patrimonio lasciatoci in eredità da questa popolazione che ha abitato la Basilicata prima dell’arrivo dei Greci, e che proprio nel nostro paese ha lasciato tracce di inestimabile valore, rinvenute nella ricchissima necropoli ai piedi del borgo. Sarà l’occasione per conoscere dal punto di vista storico e culturale Guardia Perticara, tra i borghi più belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club. Utilizzare contenitori storici per allestire iniziative culturali di altissimo profilo era e rimane il nostro obiettivo – dichiara il primo cittadino guardiese, Massimo Caporeale -, che ci consente di attirare tantissimi turisti, molti dei quali gravitano sulla costa ionica che da qui non è molto lontana. Certo, la stagione estiva facilita contatti e visite; la nostra prossima sfida si chiama destagionalizzazione, per cercare di innescare dinamiche turistiche anche nel resto dell’anno". “Una sfida che la nostra comunità ha lanciato quest’anno – dichiara sempre il primo cittadino guardiese – ma che speriamo possa ripetersi in futuro. I lusinghieri risultati della mostra e l’interesse mediatico ci spingono a ribadire che attraverso il nostro passato possiamo costruire opportunità di tipo turistico e culturale che portino significative ricadute occupazionali ed economiche”. Un aiuto potrebbe arrivare dal “passaparola”, strumento importantissimo nel turismo, e ancora di più dagli incontri con personaggi della cultura e dello spettacolo che, arrivando a Guardia per la prima volta, restano incantati dallo scenario del borgo antico.


Il “paese delle case in pietra” è un nome che evoca civiltà antiche e fa pensare a un borgo medievale animato da dame e cavalieri d’altri tempi. Questa specie di secondo nome accompagna Guardia Perticara, situato ai confini tra Potenza e la Collina Materana. Il comune lucano, assieme ad Acerenza, Castelmezzano, Pietrapertosa e Venosa, fa parte dei “Borghi più belli d’Italia”: il club riunisce i paesi di particolare interesse storico e artistico al fine di salvaguardarli. Infatti, oltre a essere definibile come un monumento a cielo aperto, Guardia Perticara è il luogo dove sono stati ritrovati reperti archeologici risalenti al popolo degli Enotri tra l’ottavo e il quinto secolo a.C. Secondo gli autori greci, l’area occupata dagli Enotri andava dalla Calabria fino al Metapontino e la gente che vi era confluita proveniva dalla regione balcanica, da quella egea e dalla tirrenica. La necropoli ritrovata nel comune lucano offre uno spaccato sugli usi e costumi riguardo i riti funerari del tempo: i corredi ritrovati nelle tombe erano composti da gioielli femminili, da modellini zoomorfi e da vasi che richiamano da vicino i modelli greci. Le celebrazioni del simposio e del banchetto contaminano il rito enotrio, in quanto le brocche usate per il vino accompagnavano i defunti per renderli partecipi del banchetto con Dioniso. In tal modo giungevano alla salvezza eterna grazie all’ebbrezza.


La grande stampa specializzata scopre gli Enotri e dedica attenzione ad uno tra i popoli italici più importanti del Mediterraneo. Nel numero di novembre del 2010 di Storica, prestigiosa rivista del National Geographic, c’è infatti un interessante articolo a firma di Ugo Canino che ripercorre – grazie al prezioso contributo di Salvatore Bianco, direttore del Museo della Siritide di Policoro – l’etimologia, le tracce, gli usi e le abitudini enotrie e le contaminazioni della cultura dell’area Balcanica che venne contaminata dall’influenza egea e tirrenica. Gli Enotri, come è noto, trovarono la collocazione ideale in una vasta area tra Puglia, Basilicata e Calabria, sia sulla costa che nell’entroterra, lasciando in eredità reperti come quelli rinvenuti nella ricchissima necropoli di San Vito, a Guardia Perticara. E proprio la recente mostra “Guardia Perticara, archeologia di un centro Enotrio” contribuisce a ridare lucentezza agli Enotri, permettendo ad un pubblico molto vasto ed eterogeneo – dagli esperti archeologi, agli studiosi e ai ricercatori, dagli studenti ai comuni viaggiatori – di scoprire il fascino dell’antico popolo.



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L’ingresso è gratuito, tutti i giorni, dalle 8.00 alle 20.00, con la possibilità di visite guidate grazie ai volontari delle Associazioni culturali del paese, che sono stati opportunamente formati da un’archeologa. Per completare la giornata, c’è la possibilità di una visita ad uno dei borghi più belli d’Italia, interamente in pietra a faccia vista. A Guardia Perticara sono state girate numerose scene del Film "Cristo si e' Fermato a Eboli" di Francesco Rosi nel 1979.


Guardia Perticara (PZ) Data Inizio:26 marzo 2013 Data Fine: 02 giugno 2013 Costo del biglietto: Gratuito Prenotazione: Nessuna Luogo: PALAZZO MONTANO Indirizzo: Viale Principe Umberto, 28 Città: Guardia Perticara Provincia: Potenza Regione: Basilicata Orari: dalle 8.00 alle 20.00 Telefono: 0971 964004 Fax: 0971 964003 E-mail: sba-bas@beniculturali.it Sito web: http://www.archeobasilicata.beniculturali.it Dal 26 marzo al 02 giugno 2013



DOVE SI TROVAVA L'ENOTRIA?


Leggendo gli Autori greci (Dionigi di Alicarnasso, Antioco, Strabone) il territorio dell'Enotria si estendeva dalla Calabria fino alla linea Metaponto-Posidonia, e confinava a nord ovest con gli Ausoni e a nord est con i Peuceti (popolazioni apule). La formazione del popolo enotrio, uno dei più importanti popoli italici dell'Italia meridionale, è la risultante di un lungo processo, iniziato tra l'età del bronzo e quella del ferro, di movimenti di popoli, soprattutto dall'area balcanica, e di apporti ed influenze dall'area egea e tirrenica. Le aree della costa e quelle interne dell'Enotria di Basilicata si differenziano per alcuni aspetti del rituale funerario. Le prime, ravvisabili nei poli di S. Maria d'Anglona ed Incoronata-San Teodoro di Metaponto, e negli abitati di Craco, Pisticci e Ferrandina, presentano il rituale funerario dell'inumazione rannicchiata dei defunti, come simbolico ritorno al ventre della Madre Terra, mentre le aree interne corrispondenti ai siti di Chiaromonte, Latronico, Aliano, Alianello, Roccanova, Guardia Perticara, Garaguso si caratterizzano per il rituale dell'inumazione supina di derivazione tirrenica. A partire dal VII sec a. C. con la fondazione sulla costa jonica delle colonie greche di Siris, Sibari, Metaponto, e in area campana di centri etruschi come Capua e Pontecagnano, gli Enotri entrano in contatto con queste importanti realtà culturali, modificando il proprio assetto socioeconomico, in cui si afferma un ristretto ceto "aristocratico" al vertice delle comunità. Sarà poi l'egemonia di Sibari (dopo la fine di Siris intorno alla metà del VI sec a.C.) ad influenzare positivamente il popolo enotrio che adotterà modelli culturali e religiosi greci. Con la distruzione di Sibari alla fine del VI sec a.C. e con la fine di quel forte sistema economico il mondo enotrio entra in uno stato di progressiva crisi, mentre intorno alla metà del V sec. a.C. si affacciano sulla scena politica gruppi etnici di stirpe sannitica, che porteranno in breve all'emergere dei Lucani.



GUARDIA PERTICARA


La necropoli di Guardia Perticara, che si sviluppa sulle pendici di contrada San Vito, ha restituito nel corso degli scavi importanti testimonianze della vita e della civiltà degli Enotri databili fra l'VIII ed il V sec a.C. Il corredo funerario tradizionale prevede in un primo tempo (VIII sec. a.C.) il grande contenitore accompagnato dal vasetto per attingere, le cui decorazioni consistono in semplici motivi geometrici, tra cui quello detto " a tenda elegante". In tale periodo compaiono ricchi ornamenti femminili bronzei come i copricapo-diadema di matrice balcanica. Nel corso del VII sec. a.C. nel corredo funerario sono vasi di influenza greca, che divengono sempre più numerosi nel corso del secolo successivo, quando gli artigiani ceramisti di Guardia Perticara producono ceramiche con forme vascolari e motivi decorativi di grande originalità. Tra il VII e gli inizi del VI sec. a.C. si diffondono gli ornamenti femminili in bronzo, ambra e pasta di vetro, come la preziosa parure della tomba n. 514. Nelle produzioni ceramiche locali si diffondono i kantharoi o le coppe su alto piede, i modellini fittili (in terracotta), spesso ravvivati da elementi zoomorfi come di teste di toro o di ariete, mentre tra le forme di imitazione greca sono gli stamnòi, le oinochoai e i louteria.



IL BANCHETTO E IL SIMPOSIO COME MOMENTI DI VITA COMUNE E DI RELIGIOSITÀ


Tra il VI e il V sec. a.C. i corredi funebri sono fortemente influenzati dalle cerimonie greche del banchetto e del simposio. Vasi per contenere o per mangiare le carni e gli utensili usati per la loro cottura (spiedi, pinze, alari), e ancora vasi per miscelare e bere il vino (crateri, oinochoai, coppe ecc.) e strumenti per la sua preparazione e mescita (grattugia, colino, mestolo) costituiscono ormai la parte predominante del corredo funebre. Simili cerimonie, mutuate dai modelli aristocratici greci, sono da un lato segno di prestigio sociale e dall'altro dimostrano l'adesione alla religiosità greca e al culto di Dioniso da parte delle elitès indigene. Dioniso, infatti, è il Dio che ha donato agli uomini l'arte della coltivazione della vite e il vino. La presenza nei corredi funebri di quanto necessario per lo svolgimento del simposio (bere il vino insieme) simboleggia la partecipazione dell'anima del defunto al simposio eterno al cospetto del Dio e il raggiungimento della salvezza eterna attraverso lo stato di ebbrezza prodotto dal vino. Gli straordinari risultati dello scavo della necropoli enotria di Guardia Perticara hanno rivelato l'avanzata civiltà di questo comparto dell'Enotria antica tra VIII e V secolo a. C., inserita in una vasta rete di circuiti culturali estesi dall'Europa continentale al mondo egeo-balcanico. Proprio per promuovere e far conoscere l'importante patrimonio di civiltà riscoperto questa esposizione è dedicata agli abitanti di Guardia Perticara e ai cittadini della Basilicata, eredi dell'Enotria di un tempo.